La Logopedia ha vissuto, e tuttora attraversa, fasi alterne di gloria e decadenza agli occhi dell’odontoiatria.

Soprattutto in campo ortognatodontico, si assiste frequentemente a fenomeni di “ ballottamento “ di pazienti tra un ortodontista in difficoltà di fronte ai problemi che crea una lingua disfunzionale, e un logoterapeuta che vede troppo spesso i suoi sforzi vanificarsi di fronte alla mancanza di quei pre-requisiti gnato-occlusali e posturali necessari ai fini di una corretta terapia riabilitativa.


Accertato il ruolo morfogenetico della lingua in fase evolutiva, equilibratore in fase intermedia e compensatore in fase adulta, e riconosciuto che le problematiche linguali raramente sono primarie ( ipoglossia, macroglossia, anchiloglossia ) nel determinismo delle disgnazie, resta da stabilire perché e in che modo la lingua assuma una determinata postura in statica e in funzione dinamica.

La posizione della lingua nella logopedia


La posizione della lingua è determinata dall’osso ioide che rappresenta il vero e proprio “giroscopio” del corpo umano, come la bolla di una livella deve mantenersi rigorosamente orizzontale, nonostante sia il centro di passaggio di tutte le tensioni muscolo-fasciali ascendenti e discendenti provenienti dalle catene muscolo-aponeurotiche del sistema sagittale e orizzontale crociato che lo influenzano in tutte le direzioni. Contrae rapporti con 9 fasce e presenta 24 inserzioni muscolari e i suoi attacchi a livello del cranio, della mandibola, delle cervicali, delle clavicole e delle scapole informano il cervello della loro rispettiva posizione tramite i fusi neuromuscolari, mentre agisce da punto fisso per permettere la cinematica mandibolare.
Possiamo affermare che la situazione spaziale tridimensionale dello ioide è condizionante e condizionata dalla posizione della testa anche in virtù di dati embriologici e neurologici. La muscolatura linguale, derivante dai primi tre somiti cefalici costituisce infatti una “unità embriologica” con l’occipite e i nervi ipoglossi che sono nervi di tipo rachideo, appartenenti alla colonna anteriore del midollo e trasmettono solo impulsi motori centrifughi, in quanto non posseggono radici sensitive posteriori: ne deriva la impossibilità di trasmettere la propriocezione della lingua e le modalità di controllo della sua posizione temporo – spaziale.

Sono le anastomosi che il nervo ipoglosso contrae con le prime quattro radici cervicali posteriori che realizzano tale propriocezione e che fan si che disturbi della statica muscolare cervicale si accompagnino a disturbi statici della lingua.
Analizziamo specificatamente il movimento di flessione della testa. Esso inizia per il movimento proprio dell’asse C0-C1-C2 operato da muscoli flessori, tutti situati al di sopra dello ioide e organizzati in 5 file verticali per i quali , seppure imbrigliati e portati ad un’azione globale, è possibile distinguere un’azione particolare, soprattutto ai fini di un intervento rieducativo.

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