Il ruolo dell’equilibratura occlusale funzionale nell’eziologia dei disordini cranio-mandibolari è stato a lungo dibattuto. Molti autori e studi hanno cercato di mostrarne la correlazione.

Altri studi, controllati in doppio cieco utilizzando trattamenti placebo ne hanno invece messo in discussione la validità. Nello specifico, detti studi rilevano come sia il trattamento di molaggio selettivo che quello placebo abbiamo ottenuto lo stesso risultato sulla remissione dei sintomi cranio-mandibolari nei soggetti trattati.

L’obbiettivo comune della procedura di equilibratura occlusale utilizzata in questi studi era di ottenere una stabilità bilaterale in una posizione di contatto retrusa (relazione centrica), uguali contatti in laterotrusione, possibilmente favorendo una guida canina pura, e assenza di contatti bilancianti.

Questa tradizionale procedura fu inizialmente descritta da Schuyler nel 1935 ed in seguito ripresa da Okeson, Ramfjord , Dawson e altri. Tutti questi autori descrivono come condizione occlusale ottimale quella in cui la mandibola chiude con i condili nella posizione più supero-anteriore possibile contro l’aspetto posteriore dell’eminenza articolare, con disco adeguatamente interposto.

Come ottenere la corretta posizione per l’equilibratura occlusale funzionale

Per ottenere tale posizione si ricorre alla manipolazione mono o bimanuale della mandibola in retrusione e si cerca di evidenziare ed eliminare tutti i possibili contatti che si oppongono al raggiungimento della stessa. Una posizione di relazione centrica è ritenuta ideale quando tutti i denti posteriori sono in contatto durante una chiusura guidata e non si verificano scivolamenti anteriori in occlusione abituale. In altri termini occlusione centrica e abituale dovrebbero coincidere.

In realtà, se tale concetto può ritenersi valido quando si cerca di riprodurre l’occlusione sugli articolatori, non si verifica praticamente mai in fisiologia umana.
Gli stessi autori cha propongono la posizione di relazione centrica con manipolazione bimanuale, non la ritengono una posizione funzionale e infatti consigliano di eseguire, a fine riabilitazione, un molaggio selettivo secondo i criteri della “long & wide centric“ di Ramfjord, per favore lo scivolamento in massima intercuspidazione.
Le critiche a questo tipo di manipolazione e di successivo adattamento occlusale, sono essenzialmente dovute al fatto che la possibilità data al condilo di muoversi anteriormente determina un’instabile posizione mandibolare.

La centrica lunga non esiste nell’occlusione sana umana ed è contraria alla cinetica mandibolare fisiologica, in quanto i denti non possono e non devono realizzare un rapporto di intercuspidazione percorrendo un movimento di scivolamento orizzontale. La mandibola, spostandosi dall’appoggio d’intercuspidazione, deve poter slittare all’indietro o in lateralità solo abbassandosi, senza perdere contatto dentale, lungo dei versanti inclinati. E’ così che i condili retrocedendo scendono nella fossa, non comprimono i tessuti posteriori e la mandibola esegue in libertà i suoi movimenti, trasmettendo i necessari stimoli ai tessuti di sostegno.

Dal punto di vista funzionale masticatorio, voler far coincidere la posizione di massima intercuspidazione (MIC) con quella di relazione centrica (RC) può rendere inoperanti alcuni versanti guida attivi all’inizio del ciclo di masticazione ( che parte da una posizione laterale e arretrata rispetto alla MIC ), che esistono naturalmente nel cavo orale non patologico; in tal modo si toglie al paziente una parte delle sue capacità funzionali per soddisfare una regola gnatologica ritenuta incontestabile…..

La gnatologia classica si basa sull’osservazione e sulla riproduzione mediante articolatori di movimenti di protrusione e lateralità eseguiti dal paziente su richiesta dell’odontoiatra, e non sullo studio reale dei movimenti di masticazione. In effetti, i movimenti ed i contatti dei denti cuspidati durante l’incisione e la masticazione sono la conseguenza di una cinematica artro-muscolare totalmente opposta a quella dei movimenti richiesti.

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